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La trama della realtà di D. Deutsch

Aggiornamento: 7 ott


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Nel 1997 The Fabric of Reality uscì come un testo impossibile da catalogare. Non era un manuale di fisica né un semplice saggio divulgativo, ma un progetto ambizioso di filosofia naturale. David Deutsch, fisico teorico a Oxford e tra i padri fondatori del calcolo quantistico, voleva costruire una visione unificata della realtà, capace di collegare saperi che fino a quel momento avevano viaggiato separati, rinchiusi nei confini delle rispettive discipline.

L'autore e il suo sguardo

Per comprendere la portata di questo libro occorre conoscere chi lo ha scritto. Deutsch non è un fisico convenzionale. Formatosi a Cambridge e Oxford negli anni '70, ha dedicato gran parte della sua carriera non solo alla meccanica quantistica, ma alla sua interpretazione più radicale e controversa: quella dei molti mondi di Hugh Everett. Mentre la maggior parte dei fisici si accontentava dell'interpretazione di Copenaghen, considerando le questioni interpretative come "metafisica inutile", Deutsch ha sempre sostenuto che comprendere cosa significhi davvero una teoria fisica sia altrettanto importante quanto saperla usare per fare previsioni.

Negli anni '80, Deutsch pubblica i lavori seminali sul computer quantistico, dimostrando come questi dispositivi potrebbero sfruttare il parallelismo intrinseco del multiverso per eseguire calcoli altrimenti impossibili. Non si tratta di semplice speculazione teorica: i computer quantistici sono oggi una realtà tecnologica in rapida evoluzione, e le intuizioni di Deutsch ne hanno posto le fondamenta concettuali. Ma c'è qualcosa di più profondo nella sua visione: per Deutsch, il computer quantistico non è solo uno strumento computazionale più potente, è una prova dell'esistenza di una realtà più vasta di quella che osserviamo direttamente.

Questo approccio – filosofico quanto scientifico, visionario quanto rigoroso – permea ogni pagina de La trama della realtà. Deutsch scrive come chi è abituato a pensare per fondamenti, a non dare nulla per scontato, a mettere in discussione le separazioni artificiose tra discipline. La sua formazione in fisica teorica si intreccia con una profonda conoscenza dell'epistemologia popperiana e con un interesse genuino per l'evoluzione biologica e la teoria dell'informazione.

I quattro pilastri e la loro architettura

Il nucleo del libro si regge su quattro pilastri teorici, ciascuno dei quali porta con sé una rivoluzione concettuale. La meccanica quantistica viene interpretata nella versione a molti mondi di Everett, secondo cui i fenomeni quantistici non si riducono a mere probabilità statistiche ma si diramano in esiti reali, tutti ugualmente concreti, distribuiti attraverso un multiverso in continua ramificazione. Ogni misura, ogni interazione non "collassa" le possibilità in un unico risultato, ma genera una divergenza di universi paralleli. Questa lettura, per quanto controintuitiva, elimina il bisogno di un osservatore privilegiato e rende la meccanica quantistica una teoria completamente deterministica e realista.

Il secondo pilastro è l'epistemologia critica di Karl Popper, che ribalta l'idea di una conoscenza accumulativa costruita per induzione. Popper aveva mostrato come le teorie scientifiche non emergano dall'accumulo di osservazioni, ma da congetture audaci seguite da tentativi sistematici di falsificazione. La conoscenza cresce attraverso errori, revisioni, sostituzioni di teorie più comprensive. Deutsch estende questa visione oltre i confini della scienza formale: ogni forma di adattamento, ogni risposta efficace a un problema, ogni struttura che persiste nel tempo, incorpora conoscenza nel senso popperiano. La conoscenza non è un patrimonio statico depositato nei libri, ma un processo dinamico incarnato nelle strutture fisiche che resistono all'entropia.

La teoria evolutiva di Darwin costituisce il terzo pilastro, ma Deutsch ne propone un'interpretazione estesa, ben oltre i confini della biologia. L'evoluzione per selezione naturale non descrive solo l'origine delle specie, ma rappresenta un principio universale applicabile a qualsiasi sistema in cui vi siano replicazione, variazione e selezione. Idee, tecnologie, istituzioni sociali, persino teorie scientifiche evolvono secondo meccanismi analoghi. Ciò che persiste è ciò che ha incorporato soluzioni efficaci ai problemi posti dall'ambiente – e questi problemi sono sempre, in ultima analisi, problemi di sopravvivenza dell'informazione.

Infine, la scienza dell'informazione e della computazione mostra come i processi naturali possano essere interpretati come calcoli distribuiti. La fisica stessa può essere letta come un'immensa computazione parallela, e i computer quantistici rendono tangibile la ricchezza nascosta del multiverso. Deutsch sottolinea come la capacità computazionale universale – la possibilità di simulare qualsiasi processo fisico – sia una proprietà fondamentale della realtà, non un'invenzione umana accidentale.

La trama: l'emergenza dell'ordine senza regista

Questi quattro filoni non vengono semplicemente giustapposti o elencati come contributi indipendenti. Deutsch li intreccia in una trama coerente, dove ciascuno sostiene e illumina gli altri. La meccanica quantistica non rimane una formula tecnica confinata nei laboratori: diventa un'immagine radicale dell'universo come rete infinita di possibilità reali, tutte coesistenti, tutte concrete. L'evoluzione non resta confinata alle specie biologiche o alla paleontologia: si rivela un modello generale per descrivere il cambiamento, l'adattamento e la selezione di soluzioni più adatte in qualsiasi dominio. L'epistemologia non appare come riflessione filosofica astratta o come appendice speculativa alla scienza: diventa il metodo stesso con cui la conoscenza cresce, si trasforma, si propaga attraverso i sistemi fisici.

La computazione, infine, non si riduce a tecnica ingegneristica o a strumento pratico: si trasforma in linguaggio universale per leggere i processi naturali e la loro capacità di generare coerenza, struttura e complessità senza bisogno di un centro di comando, di un progettista esterno, di un'intelligenza trascendente. L'ordine emerge dal basso, dalle interazioni locali, dalla ridondanza delle configurazioni stabili.

Il valore del libro sta proprio in questa sintesi ardita: fisica, biologia, filosofia e informatica non restano compartimenti isolati, custoditi gelosamente dalle rispettive comunità accademiche, ma si sostengono reciprocamente in una visione coerente. La realtà non ha bisogno di un regista che la diriga dall'esterno: si orchestra da sé, generando ordine e complessità attraverso l'intreccio delle sue parti, attraverso il dialogo continuo tra livelli di organizzazione differenti.

Concetti riconfigurati

Da questa prospettiva nascono nuove interpretazioni di concetti che spesso diamo per scontati, che utilizziamo quotidianamente senza interrogarci sul loro significato profondo. La probabilità non misura solo l'incertezza soggettiva o l'ignoranza dell'osservatore, ma rappresenta il peso relativo dei rami del multiverso, la misura quantitativa di quante copie di noi stessi si trovano in ciascuna configurazione possibile. Il tempo non è una semplice coordinata spaziale come le altre, intercambiabile, reversibile: è la freccia termodinamica che accompagna la crescita della conoscenza, il verso lungo il quale i sistemi incorporano informazione sull'ambiente.

Il libero arbitrio non è un'illusione generata dalla complessità del cervello, ma capacità generativa autentica di aprire biforcazioni reali nel multiverso, di produrre nuova conoscenza attraverso scelte creative che non erano predeterminate dalle condizioni iniziali. Persino il significato della vita trova una definizione operativa e chiara: vivere significa creare, preservare ed estendere conoscenza, resistere all'entropia attraverso la costruzione di strutture informate che incorporano soluzioni a problemi.

Risonanze con i sistemi complessi: il corpo come rete intelligente

La visione di Deutsch non riguarda soltanto la fisica teorica o l'epistemologia astratta, ma tocca il cuore stesso di cosa significhi parlare di complessità in qualsiasi ambito. È precisamente a questo livello che il suo pensiero risuona con approcci contemporanei allo studio dei sistemi biologici e clinici. Anche il corpo umano, come la realtà descritta da Deutsch, non si lascia ridurre a una macchina lineare governata da relazioni causa-effetto univoche, né a un insieme di parti separate che possono essere studiate e trattate in isolamento.

Non esiste un unico regista che governa dall'alto – né un organo centrale, né un programma genetico rigidamente deterministico – ma un'intelligenza distribuita che emerge dalle relazioni tra le sue forme, dalle interazioni continue tra tessuti, strutture, funzioni. Questo processo può essere descritto come morphological transduction: la capacità dell'organismo di tradurre ogni variazione morfologica in comunicazione e risposta, di trasformare ogni tensione meccanica, ogni deformazione tissutale, ogni cambiamento posturale in informazione che si propaga attraverso la rete anatomica.

È la base della comunicazione morfologica, il principio che ha ispirato il progetto aNETomy e il percorso delle Kinematic Network Techniques (KNT): restituire al corpo la sua coerenza di sistema, leggerlo non come collezione di segmenti ma come rete vivente e intelligente, capace di autoregolazione e adattamento. Proprio come nel multiverso di Deutsch l'ordine emerge dalle interazioni locali senza bisogno di supervisione centralizzata, così nel corpo la coerenza funzionale emerge dalla fitta rete di comunicazioni morfologiche che collegano ogni parte a tutte le altre.

Questa convergenza tra fisica fondamentale e biologia sistemica non è casuale. Entrambe riconoscono che la complessità non è caos, ma organizzazione stratificata; che l'informazione non è astratta ma incarnata nelle strutture fisiche; che la conoscenza non è un possesso statico ma un processo di continuo adattamento. Leggere Deutsch significa attrezzarsi concettualmente per affrontare qualsiasi sistema complesso – fisico, biologico, sociale – con strumenti interpretativi più potenti, meno riduzionisti, più rispettosi della ricchezza intrinseca del reale.

📌 Dal 31 gennaio 2026 prenderà avvio un nuovo ciclo di aNETomy Basic, promosso da The Anatomical Network. Sarà un'occasione formativa che integra il paradigma della complessità nella pratica clinica, sostenendo al contempo la ricerca e la diffusione di un approccio che legge il corpo come rete vivente e intelligente. Sono aperte le Preiscrizioni 

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