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Osteopatia e Cancro: Un Supporto Consapevole nel Percorso Oncologico

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Il legame tra cervello e corpo è profondo e spesso sottovalutato, specialmente nel contesto delle malattie oncologiche. Recenti studi, come evidenziato nell'articolo "Neural Circuitries between the Brain and Peripheral Solid Tumors" (Chen et al., Cancer Research, 2024 DOI: 10.1158/0008-5472.CAN-24-1779), hanno dimostrato che esiste una comunicazione bidirezionale tra cervello e tumori periferici. Fattori come stress cronico, disturbi del sonno e squilibri emotivi possono influenzare la crescita tumorale. Tuttavia, se il corpo può contribuire al peggioramento della condizione, può anche essere parte della soluzione? È qui che l'osteopatia entra in gioco come possibile alleato.

Queste scoperte moderne sembrano confermare intuizioni che affondano le radici nei secoli passati. Tradizioni antiche e approcci olistici hanno da sempre riconosciuto l'importanza dell'equilibrio mente-corpo per la salute generale sostenendo l'idea che emozioni, stress e squilibri fisici possano influenzare l'insorgenza e il decorso delle malattie.

Il corpo umano è un sistema interconnesso. Il cervello invia segnali che possono modulare la crescita tumorale e, sorprendentemente, i tumori possono a loro volta influenzare l’attività cerebrale, causando alterazioni emotive, cognitive e fisiche come dolore e stanchezza cronica. Questo ciclo complesso, ben descritto nell'articolo di Chen et al., può influenzare il benessere generale del paziente e creare un circolo vizioso che amplifica i sintomi e complica le terapie.

L'osteopatia, attraverso tecniche manuali non invasive, si inserisce a pieno merito nelle discipline che mirano a spezzare questo loop dannoso e ristabilire l’equilibrio del corpo, migliorando la qualità della vita del paziente oncologico. Non si propone come cura alternativa, bensì come supporto complementare alle terapie convenzionali, agendo su fattori come stress, dolore e disturbi del sonno che, come evidenziato dall'articolo, possono influenzare la progressione tumorale.

Ecco come l'osteopatia può fare la differenza:

  1. Riduzione dello stress: Le manipolazioni osteopatiche aiutano a riequilibrare il sistema nervoso autonomo, riducendo l'attività del sistema simpatico (associato a stress e tensione) e favorendo una risposta parasimpatica più rilassante.

  2. Miglioramento del sonno: Tecniche specifiche possono favorire un sonno più profondo e rigenerante, elemento cruciale nel percorso di recupero.

  3. Alleviamento del dolore e dell'affaticamento: Interventi mirati possono migliorare la circolazione, ridurre le tensioni muscolari e attenuare la percezione del dolore.

  4. Sostegno al sistema immunitario: Sebbene indirettamente, il miglioramento dello stato psicofisico del paziente può favorire una risposta immunitaria più efficace, contribuendo a modulare il microambiente tumorale.

Può sembrare scontato ricordare, ma purtroppo oggi non lo è affatto, che l'osteopatia non sostituisce le terapie oncologiche tradizionali. È fondamentale che ogni intervento sia integrato in un piano terapeutico condiviso con l'oncologo di riferimento. Inoltre, condizioni come metastasi ossee o fragilità scheletrica richiedono precauzioni specifiche.

Affrontare il cancro non significa soltanto combattere la malattia, ma anche prendersi cura della persona nella sua totalità: corpo, mente ed emozioni. L'osteopatia può offrire un sostegno concreto per migliorare il benessere globale del paziente, contribuendo a ridurre lo stress, il dolore e la stanchezza che spesso accompagnano il percorso oncologico.

L'articolo di Chen et al. evidenzia chiaramente come la connessione tra cervello e tumore possa essere modulata anche da fattori esterni e terapeutici. In quest'ottica, l'osteopatia si configura come uno strumento utile per spezzare il ciclo negativo stress-malattia, migliorando la qualità della vita.

Forse, quello che la scienza oggi conferma, era già noto — seppur in forme meno codificate — alle tradizioni mediche del passato. L'integrazione tra antiche intuizioni e moderne evidenze può quindi offrire nuove prospettive di cura.

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