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From Myofascial Chains to the Polyconnective Network: A Novel Approach to Biomechanics and Rehabilit
Posta, D. D., Belviso, I., Branca, J. J. V., Paternostro, F., & Stecco, C.
From Myofascial Chains to the Polyconnective Network: A Novel Approach to Biomechanics and Rehabilitation Based on Graph Theory. Life, 15(8), 1200.
28/7/2025
Attraverso un modello di rete (BIOMECH 3.4), abbiamo mappato oltre 7000 connessioni anatomiche, scoprendo che alcune di esse — il PCS, appunto — hanno un peso centrale nel mantenimento dell’equilibrio dinamico del corpo. Quando queste strutture sono in sofferenza o compromesse, tutto il sistema diventa meno efficiente, meno coordinato, più soggetto a dolore e disfunzioni.
Ma la vera svolta sta nel paradigma della Morphological Transduction o più semplciemente comunicazione morfologica: l’idea che il corpo non si limiti a muoversi, ma a comunicare attraverso le sue forme. Il modo in cui una tensione si propaga, il modo in cui una spinta si redistribuisce lungo le fasce, o come una struttura reagisce a una perturbazione, ci parla di un'intelligenza distribuita nella materia stessa del corpo. Non è solo meccanica: è senso, coerenza, adattamento.
Capire il PCS significa allora avere una mappa dei punti più influenti del sistema, ma è solo attraverso la comunicazione morfologica che possiamo interpretarla in tempo reale nel gesto clinico. È qui che entrano in gioco le Kinematic Networks Technique (KNT): tecniche pensate per interagire con la rete, più che con il singolo distretto, e che si basano sulla risposta adattativa del corpo, non sulla correzione imposta.
Integrare PCS e Morphological Transduction nel lavoro clinico significa muoversi con più consapevolezza, trattare in modo più efficace, e soprattutto rispettare la natura relazionale e intelligente del corpo umano.

